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Recensione Huawei FreeBuds Studio: eccellenti ma (troppo?) care
Recensione Huawei FreeBuds Studio – Uno dei migliori modelli di auricolari true wireless che mi sia capitato di provare quest’anno lo ha realizzato Huawei: parlo ovviamente delle Huawei FreeBuds Pro, il cui sistema di cancellazione del rumore mi ha davvero stupito.
Sapendo che lo stesso sistema di cancellazione del rumore è presente sulle FreeBuds Studio, ero davvero curioso di provare le prime cuffie a padiglione di Huawei. Devo dire di non esser rimasto affatto deluso e che, a parte qualche piccola imperfezione, Huawei ha fatto centro.
Confezione
La confezione di vendita è minimale e all’interno troviamo subito il case rigido, che ospita le cuffie e il cavo USB/USB-C. Quest’ultimo si trova in un apposito sportellino dotato di chiusura magnetica: un piccolo tocco di classe.
Oltre questo, sul fondo della confezione c’è un po’ di manualistica.
Costruzione e comodità
Le Huawei FreeBuds Studio si presentano bene: l’aspetto non è particolarmente ricercato, ma le sottili astine in metallo che collegano i padiglioni all’archetto contribuiscono ad un design slanciato e gradevole.
Nonostante l’effetto satinato possa ingannare, i padiglioni sono realizzati in plastica: l’imbottitura è buona (seppur non particolarmente generosa), rende le cuffie comode da indossare e isola bene dal mondo esterno. Un dettaglio che ho apprezzato molto è l’interno del padiglione, realizzato con una struttura “spiovente” simile a quello già visto sulle B&W PX7: più spazio nella parte posteriore (che ospita comodamente il padiglione auricolare), che va a restringersi nella parte frontale. Questo fa sì che le cuffie risultino comode per l’orecchio e, soprattutto, che il suono emesso dall’altoparlante arrivi perpendicolarmente al canale uditivo.
I padiglioni ruotano completamente verso l’esterno (e, di qualche grado, anche verso l’interno): questo, insieme alla possibilità di inclinarsi rispetto l’archetto, dona alle cuffie una certa flessibilità e permette loro di adattarsi a qualsiasi testa. Inoltre, ovviamente è possibile regolare la lunghezza dell’archetto: non ci sono scatti fissi, quindi potrete allungarlo quanto preferite, senza misure prefissate.
Sui padiglioni troviamo alcuni tasti fisici: su quello sinistro il tasto per commutare tra le modalità ANC/Awareness/Off, mentre sul padiglione destro abbiamo il tasto di accensione e accoppiamento Bluetooth, oltre che il connettore USB-C per la ricarica. Il resto dei controlli sono touch e si e eseguono sulla superficie del padiglione destro. Purtroppo manca il jack audio.
L’archetto è rivestito in similpelle, l’imbottitura non è particolarmente abbondante ma, complice il peso abbastanza contenuto (260 grammi) si possono indossare anche a lungo senza provare grande fastidio.
Manca la resistenza ai liquidi: le certificazioni IP non sono molto comuni su questa tipologia di prodotto (ma c’è qualche eccezione).
Esperienza d’uso
ANC
Non ci girerò troppo intorno: l’ANC è ottimo, direi al pari dei massimi standard del settore. Per un periodo ho usato queste cuffie di Huawei alternandole con le Sony WH-1000XM4 e non posso dire di aver sentito differenze sensibili nella cancellazione del rumore.
Facendo qualche prova senza riproduzione, in qualche frangente mi è sembrato che le Sony si comportassero leggermente meglio, ma parliamo di inezie e, in ogni caso, nulla di percepibile con la musica in riproduzione.
Il controllo del rumore è regolabile su tre modalità, che possono essere commutate tramite il tasto sulla cuffia sinistra: ANC / Off / Modalità Aware. Non c’è molto da spiegare, ma per chi si avvicinasse ora alle cuffie a cancellazione del rumore segnaliamo che la Modalità Aware permette di riprodurre in cuffia i suoni catturati col microfono, permettendo di ascoltare tutti i rumori del mondo che ci circonda (utile ad esempio quando ci si trova in strada).
Tramite l’applicazione, è possibile regolare l’ANC su quattro modalità:
Dinamica: regola automaticamente l’ANC in base all’ambiente
Comfort: per luoghi poco rumorosi
Generale: per luoghi mediamente rumorosi
Ultra: per luoghi estremamente rumorosi
Complice la pandemia, non ho potuto testarle in ambienti estremamente rumorosi come la metropolitana, ma indossandole un po’ in giro il profilo Dinamico mi è sembrato funzionare molto bene.
Qualità audio
La qualità audio di queste Huawei FreeBuds Studio è sorprendentemente buona, meglio di quanto mi sarei aspettato.
È un peccato che le FreeBuds Studio non supportino alcun codec ad alta definizione tra quelli più diffusi né aptX, ma solo i classici SBC e AAC, a cui si aggiunge il codec proprietario L2HC, che funziona solo ed esclusivamente con gli smartphone della serie P40 aggiornati ad EMUI 11. Un po’ inspiegabile la scelta di non supportare anche il codec HWA, sviluppato sempre da Huawei, ma diffuso su molti più dispositivi dell’azienda.
In ogni caso, al netto dell’assenza di codec ad alta definizione per la maggior parte degli utenti, la qualità audio è davvero elevata, con un’ottima resa di tutte le frequenze. Un plauso particolare meritano i medi, che regalano delle voci pulite e dettagliate, che riescono a stagliare bene dal resto.
Ad esempio, ascoltando Disorder dei Joy Division, la voce di Ian Curtis che entra a 0:29 diventa subito protagonista (com’è giusto che sia), spezzando bene sulla musica.
Molto bene anche le frequenze basse, calde, nette e precise, senza sbavature e senza esagerazioni: rimanendo in ambito Joy Division e dintorni, le ho apprezzate molto nel continuo giro di basso che segna Age of consent dei New Order.
Se proprio volessi trovare un difetto, direi che forse si perdono qualcosa nelle frequenze più alte e squillanti, ma stiamo davvero parlando di minuzie.
Buono anche il soundstage, anche se dopo l’esperienza con le FreeBuds Pro (che spiccavano per palcoscenico sonoro, nel panorama degli auricolari) mi sarei aspettato anche qualcosa di meglio.
Tirando le conclusioni, la qualità sonora è comunque ottima, sicuramente sopra la media delle cuffie Bluetooth.
Un vero peccato l’assenza del jack audio e l’impossibilità di utilizzare in maniera cablata (il cavo incluso serve solo per la ricarica).
Applicazione
Le cuffie Huawei FreeBuds Studio si interfacciano all’app AI Life, disponibile solo per Android e per di più non sul Play Store. O meglio, la versione disponibile sullo Store di Google non è aggiornata e non supporta le ultime cuffie di Huawei: la versione corretta la trovate su Huawei AppGallery, oppure dovrete procurarvi l’apk da questo indirizzo (che troverete tramite il QR nel manuale).
Sul fronte dell’app sinceramente si può fare di più: le uniche configurazioni possibili riguardano il controllo del rumore e la scelta rapida del tap prolungato, configurabile per richiamare l’assistente vocale o aggiungere il brano ai preferiti su Huawei Music.
Si sente soprattutto la mancanza di un equalizzatore; inoltre, l’assenza dell’app per iOS squalifica automaticamente queste cuffie per chiunque abbia un iPhone. Peccato.
Funzioni e controlli
Le FreeBuds Studio sono dotate di sensori di prossimità, che mandano automaticamente in pausa la musica quando le rimuoviamo. Una funzione che ormai ci si aspetta di trovare sulle cuffie di fascia alta, ma sempre benvenuta.
I controlli sono touch e si trovano sul padiglione destro; in particolare, i comandi disponibili sono i seguenti:
Doppio tap: Play/Pausa
Swipe verso l’alto: alza il volume
Swipe verso il basso: abbassa il volume
Swipe verso destra: traccia successiva
Swipe verso sinistra: traccia precedente
Tap prolungato: assistente vocale
Nel complesso i controlli sono precisi e rispondono sempre molto bene. Potrebbe dar fastidio l’archetto che si innesta proprio al centro del padiglione e, a volte, ostacola i gesti. Tuttavia, è principalmente una questione di abitudine: dopo aver preso la mano su dove si trova l’archetto, non avrete grandi problemi.
Il Bluetooth è in versione 5.2 e le cuffie supportano la connessione simultanea a due dispositivi.
Autonomia
Huawei dichiara 24 ore di autonomia senza ANC con una singola ricarica e 20 ore con la cancellazione del rumore.
In realtà, nei nostri test le cuffie sono durate un po’ meno: circa 21 ore senza ANC e circa 14 con ANC attivo.
L’autonomia è buona ma non eccellente (c’è chi fa molto di più), ma per fortuna non manca la ricarica rapida: bastano 10 minuti di carica per 8 ore di riproduzione (senza ANC).
Microfoni
I microfoni sono buoni, più che sufficienti per farsi sentire durante chiamata, anche con un po’ di rumore di fondo.
Nel test che potete ascoltare qui sotto, parlando in silenzio la mia voce risulta molto chiara (anche più rispetto ad altri modelli come le Sony WH-1000XM4) anche, se quando apro il rubinetto, le cuffie ci mettono qualche secondo ad isolare il rumore di sottofondo.
Prezzo
Il costo di listino di queste Huawei FreeBuds Studio è di 299€, anche se su Amazon si trovano già a qualche euro in meno (attualmente 269€).
Il costo è in linea con la fascia alta del mercato ma, nonostante le FreeBuds Studio siano ottime, considerando le piccole sbavature (app poco utile, e niente jack audio su tutti) è difficile consigliarle rispetto alle care, vecchi Sony WH-1000XM3 (oggi a circa 260€ su Amazon) o le Bose NC 700 (oggi a 280€ su Amazon).
Al prezzo attuale, ne consigliamo l’acquisto solo a chi possiede uno smartphone Huawei di ultima generazione (con EMUI 11) e può beneficiare del codec L2HC e di qualche chicca in termini di interazione.
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